La parola-chiave “Transition” ha evidenti rimandi ecologici, socio-economici e tecnologici; secondo il direttore artistico Mario Ciampà se si è sfumata la linea di demarcazione fra jazz e altre musiche (dalla contemporanea al pop), si sta determinando a livello sonoro una “fusione unica in costante divenire che sfida le convenzioni e non ha paura di evolvere verso qualcosa di nuovo”, facendosi peraltro “portavoce di un messaggio di condivisione, integrazione e libertà.” I sei sold-out sembrano, peraltro, dargli ragione proprio nella loro varietà di orizzonti, pubblici e poetiche: Avishai Cohen Trio; Jazz Campus Orchestra diretta da Massimo Nunzi; Tony Levin’s Stick Men; l’eclettico bassista-compositore MonoNeon; Cecilia Sanchietti con il suo Swedish 5tet; John Scofield trio. Da Luigi Onori ed il “Manifesto”